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GIULIA DOMNA un antesignana del femminismoautore: D.ssa Loredana Felli Con la festività dell’otto marzo, in cui si
ricorda l’ importanza della figura della donna, noi vorremmo citare una discussa figura femminile, in epoca
romana, affascinante e coinvolgente al tempo stesso. Parliamo dell’ imperatrice Giulia Domna, cui venne coniato
il titolo “ Iulia pia felix Augusta Mater Augusti nostri et castro rum et
senatus et patriae” degno della sua personalità e della sua vita.
Giulia nacque in Oriente, ad
Emesa in Siria, ed era di origine beduina. La sua famiglia, dopo molto
girovagare, trovo’ stabilità in Siria e divenne una delle più importanti
famiglie dell’aristocrazia siriana. Il padre, sacerdote del culto del dio
Elogabalo, divenne membro della casa reale. Fu così che Giulia ebbe l’occasione
di incontrare quello che sarebbe divenuto il suo sposo, il futuro imperatore
romano Lucio Settimio Severo. Lucio restò subito attratto dalla bellezza e
soprattutto dalla personalità della donna, imparandone poi ad apprezzare anche
la profonda cultura che Giulia volle trasmettere anche ai figli. Dopo la caduta
di Commodo e dei suoi effimeri successori, Settimio Severo venne proclamato
imperatore e , con il sostegno di Giulia,instaurò un impero che seguiva il modello ellenistico, in cui l’imperatore
era “dominus ac princeps”, sicuramente di matrice orientale, ma che condusse
Roma al successo. La coppia era
vincente: Settimio Severo guidava gli eserciti nelle molteplici imprese
belliche mentre Giulia, che era il suo maggiore sostegno morale, creò un vivace
circolo intellettuale. La coppia dei sovrani venne presa a modello, come fu
moltissimi anni prima, nell’antico Egitto, la coppia Akhenaton e Nefertiti.
Giulia riuscì a condividere i suoi interessi con il marito, sostenendolo ed
accompagnandolo spesso durante le sue campagne militari, ad esempio in
Britannia, dove rimase con lui per tre anni. A Roma Giulia amava circondarsi di
intellettuali dediti alla scienza e alla letteratura, formando un vero e
proprio salotto letterario. Cassio Dione racconta come l’imperatrice amava dedicarsi alla
filosofia e trascorrere intere giornate con i Sofisti a dialogare ed
interrogarsi sui grandi perché della vita. Giulia divenne per questo molto
considerata e molto amata dai sudditi, era l’esempio di una donna forte e
capace ma non per questo curiosa e profonda. La considerazione del popolo era
tale che la accostarono più volte ad alcune divinità.
Purtroppo con la morte di
Settimio Severo le cose cambiarono: al padre successe lo scellerato figlio
Caracalla che non esitò a far assassinare suo fratello Geta per questioni
dinastiche, cancellando per sempre la sua immagine pubblica. Giulia si oppose
sempre alle assurde scelte del figlio e cercò più volte di intervenire nelle
sue folli decisioni che lo condussero alla morte per mano di un suo ufficiale.
Giulia trascorse purtroppo la sua ultima parte di vita addolorata ed esausta.
Con l’avvento del nuovo imperatore Macrino fu esiliata e si narra che si lasciò
morire di fame, spegnendosi ad Antiochia, nel suo Oriente.
Giulia Domna rimane però un
esempio di imperatrice, donna, compagna di vita ed intellettuale ancora valido
ai nostri giorni, oserei dire un’antesignana del femminismo.
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